In un’Italia che continua a rincorrere una crescita economica solida e duratura, arriva una misura fiscale che potrebbe fare la differenza, soprattutto al Sud: parliamo del Credito d’imposta per le ZES, le Zone Economiche Speciali. Uno strumento pensato per attirare investimenti, creare occupazione e dare nuova linfa al tessuto imprenditoriale delle aree più fragili del Paese.
Ma cos’è esattamente questo credito d’imposta? E, soprattutto, come funziona?
ZES: cosa sono e perché esistono
Le Zone Economiche Speciali sono aree geografiche delimitate, situate principalmente nel Mezzogiorno, che godono di un regime agevolato per le imprese. L’idea di fondo è semplice quanto ambiziosa: stimolare lo sviluppo industriale e produttivo in territori storicamente penalizzati da carenze infrastrutturali, disoccupazione elevata e fuga di capitali.
Attualmente, le regioni coinvolte sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Con la nuova ZES Unica Sud, entrata in vigore nel 2024, l’intero Mezzogiorno è stato ricompreso in un’unica area di vantaggio fiscale.
Come funziona il Credito d’imposta ZES
Il credito d’imposta ZES è un’agevolazione fiscale che consente alle imprese che investono in beni strumentali (come macchinari, impianti o immobili) di recuperare una parte significativa della spesa sostenuta attraverso uno sconto sulle imposte da versare.
L’aliquota varia in base alla dimensione dell’impresa e alla regione, ma può arrivare fino al 45% per le piccole imprese, con percentuali minori per le medie e grandi. Un’azienda che investe, ad esempio, 500.000 euro in nuovi macchinari in Calabria, può ottenere fino a 225.000 euro di credito fiscale, utilizzabile in compensazione tramite F24.
Un’occasione concreta, soprattutto in un momento in cui l’accesso al credito è complicato e molte realtà imprenditoriali faticano a sostenere nuovi investimenti.
Chi può beneficiarne?
Tutte le imprese, di qualsiasi settore (tranne quelle attive nei settori finanziario, assicurativo e carbonifero), che effettuano investimenti produttivi nelle regioni comprese nella ZES Unica tra il 1° gennaio 2024 e il 15 novembre 2024.
È importante che si tratti di nuovi investimenti, finalizzati a potenziare l’attività produttiva esistente o ad avviarne una nuova. Sono esclusi quindi interventi di mera sostituzione o manutenzione ordinaria.
Come si accede?
Le imprese devono presentare una comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate, tramite una procedura che sarà attiva dal 12 giugno 2024 fino al 12 luglio 2024. Si tratta di un meccanismo a sportello, quindi è consigliabile muoversi per tempo per non rischiare di restare fuori.
La comunicazione dovrà contenere i dettagli dell’investimento, la localizzazione e la tipologia dei beni acquistati. A seguito dell’approvazione, l’Agenzia rilascerà un provvedimento che consente l’utilizzo del credito.
Un’occasione da cogliere
Il credito d’imposta ZES rappresenta una delle leve più importanti per attrarre investimenti privati nel Mezzogiorno, soprattutto in un contesto in cui le aziende italiane faticano a fare programmazione a lungo termine.
Non è un miracolo, e non sarà risolutivo da solo. Ma può essere un tassello fondamentale per riaccendere il motore dell’economia meridionale, se accompagnato da politiche strutturali su infrastrutture, formazione e legalità. Per le imprese del Sud, e anche per quelle del Centro-Nord che desiderano investire al Sud, è il momento giusto per valutare questa opportunità, prima che l’ennesima misura utile venga dimenticata sotto una pila di burocrazia.
di Roberto D’Elia